Denise, 17 anni e l’aria di una ragazza sopravvissuta all’apocalisse, percorre una stradina sterrata nel bosco. Un bisogno improvviso la convince a lasciare la strada per appartarsi dietro un albero poco distante da uno chalet. Non fa in tempo ad abbassarsi i pantaloni che Rolando, un uomo enigmatico di mezza età, le spunta alle spalle e la sequestra.  Denise è legata ad una sedia nella cantina dello chalet di Rolando. Terrore a parte l’atteggiamento dell’uomo insinua un dubbio nella sua testa. Rolando si comporta come se non avesse alcun contatto con il mondo esterno da diversi anni. La ragazza racconta che dopo la quarta pandemia avvenuta nel 2027 una élite proclamata come salvatrice del mondo si è insediata ai vertici di Eurasia. Per impedire qualunque minaccia pandemica futura, ha approvato ed imposto la somministrazione di una nuova tecnologia frutto delle più avanzate ricerche nel campo della nano ingegneria. Un tatuaggio digitale impiantabile all’interno del corpo attraverso la tecnologia laser.

Sono passati diciotto mesi dall’inizio dell’applicazione del tatuaggio. Tre miliardi e mezzo di abitanti sono deceduti, i superstiti si sono trasformati in automi. Solo pochi individui in tutto il mondo, scampati all’impronta del marchio, come da loro definito, hanno compreso che il mondo si è trasformato in una prigione. Si definiscono i “partigiani” etichettando tutti gli altri come “dormienti”.  Nel tempo fra i partigiani si è diffuso un congegno elettronico in grado di rilevare la carica elettromagnetica prodotta dal bio-tatuaggio nel corpo dei dormienti così da poterli identificare con assoluta certezza.

Da lettore incallito della bibbia, Rolando vede in quella spiegazione dei chiari riferimenti ai passi dell’apocalisse. La sua teoria prende forma poche ore più tardi quando uno dei partigiani segregato in un osservatorio astronomico diffonde su una radio CB la notizia di un segnale che pare provenire dallo spazio. Un messaggio criptato decifrato grazie l’aiuto inaspettato della ragazza, di cui non avrebbero mai voluto scoprire il contenuto.